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Saper cogliere
10 Aprile 2013|AmsterdamProfessione

Saper cogliere

Saper cogliere

Scegliere di vivere all’estero in maniera permanente è una di quelle cose che da adrenalina e terrore allo stesso tempo. Non sapere bene cosa succederà domani è una caratteristica del nostro mestiere di fotografi, ma quando si tratta della vita della propria famiglia (seppur composta da fidanzato e cane) ti prende un po’ di panico e schizofrenia insieme. Le diversità culturali non sono da sottovalutare e nonostante mi trovi in un Paese Europeo, quindi in teoria non troppo lontano dalla mentalità italiana, in realtà le differenze sono abissali.
L’estetica è una cosa totalmente relativa qui in Olanda. Ci sono delle cose bellissime che convivono pacificamente con delle cose orrende e inguardabili. La moda è un elemento sconosciuto che, positivamente, ti permette di andar in giro vestito come ti pare e nessuno ti giudica, ma dall’altro lato ti fa chiedere se mai riuscirai a trovare qualcuno che sa apprezzare il tuo stile così curato nei dettagli e nell’accostamento dei colori… ecco. A volte è devastante.
Ma. C’è un ma.
Gli olandesi sono delle persone asciutte, essenziali, minimaliste, povere di fronzoli, dai modi secchi e poco calorosi. E questo si riflette perfettamente anche nel gusto di arredare, di disegnare architetture e di fotografare. Più guardo i fotografi olandesi e più capisco come siamo diversi in cultura. E penso sempre alle parole di Benedusi quando dice “La fotografia è una questione di cultura. La luce è una questione di cultura. Il cibo è una questione di cultura.”
Accidenti se ha ragione.

Il mio stile fotografico non è mai stato molto riconoscibile, contaminato da tante cose che volevo fare e da una poca concentrazione su me stessa. Vivendo qui sto cambiando. Il mio stile sta cambiando. Mi sto ripulendo. Le mie foto non sono più le stesse. Il mio gusto non è più lo stesso. Sto imparando a capire cosa è di troppo nelle mie immagini. Quando ora inquadro d’istinto (perché per anni ho fatto quelle inquadrature) non mi piace più, DEVO cercare dell’altro. Tolgo, smusso, sposto, elimino. Taglio.
E’ una delle cose più straordinarie che mi siano capitate ultimamente.
Capisco di essere al capitolo successivo. Finalmente.

Questo il mio ultimo lavoro fotografico, realizzato allo show room Harvest & Co., un posto in continua trasformazione. Tre mesi fa le mie foto sarebbero state completamente diverse.

 

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12 comments
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12 comments

  • 10 Aprile 2013 at 20:07

    Hai ragione su tutto. Mi sa che la prima volta che avete una mattina per me vi faccio un mini corso di interculturalità (quelli che faccio agli expat delle multinazionali)

    • Barbara
      10 Aprile 2013 at 20:54

      Vuoi dirmi che c’è dell’altro oltre a tutto quello che ho scoperto finora??? Paura!! :-/

  • 10 Aprile 2013 at 20:21

    Bellissime parole e splendide immagini. Brava Ba! 🙂 Sono davvero felice per te.

    • Barbara
      10 Aprile 2013 at 20:55

      🙂 quand’è che vieni a trovarmi?

      • 11 Aprile 2013 at 09:29

        Ah non dirlo due volte che arrivo!!! 🙂
        Sto iniziando a fantasticare sulle prossime vacanze, e ammetto che la voglia di rivederti e rivedere Amsterdam è tanta, chissà mai che riesca a raggiungerti sul serio.

        • Barbara
          11 Aprile 2013 at 10:31

          Non devi apettare un invito per venire. La porta per te è sempre spalancata. Dai, su, sei ancora li? 😉

          • 12 Aprile 2013 at 11:54

            Che dire Ba! Sempre gentilissima 🙂
            Ti prendo in parola allora!! Appena si risolvono un paio di cose ti raggiungo. Promesso. Bacione

  • Ale
    10 Aprile 2013 at 23:04

    davvero un bel pezzo! Complimenti Barbara

  • 16 Aprile 2013 at 13:07

    Non mi sono fatto più sentire, ma ti seguo sempre e molto volentieri sfoglio i tuoi nuovi lavori e cambiamenti.
    Sono sempre molto impegnato (perfortuna (anche se non ne sono sicuro)), e si va avanti come su un tram …
    E’ un piacere leggerti, vi mando un salutone a entrambi, magari ci si sente con qualche mezzo di comunicazione con più calma. 🙂

  • 28 Aprile 2013 at 23:40

    A volte è indispensabile dare un taglio quando le cose non funzionano più. Sei stata molto più coraggiosa nel rimetterti in discussione nel tuo modo di fotografare e nel cosa fotografare che spostandoti all’estero, secondo me. Se non l’avessi fatto probabilmente ora saresti lì, ma i problemi sarebbero gli stessi che in Italia. Tutto ciò richiede una grande capacità di self focusing…. complimenti, non è da tutti. Ti auguro tutto il successo e la felicità che meriti.

  • Syai
    1 Ottobre 2013 at 08:51

    Ciao Barbara, ho scoperto il tuo sito ed il tuo blog solo da pochi giorni e lo sto ‘setacciando’.
    Anch’io sono italiano, anch’io vivo ad Amsterdam ed anch’io vivo di fotografia.
    E’ vero, la cultura olandese è sostanzialmente priva di fronzoli forse a causa (o grazie?) al calvinismo che nel passato ha ‘dettato’ le regole: tuttavia credo che gli olandesi abbiano il loro stile…che difficilmente puoi rilevare ad Amsterdam; quest’ultima, infatti, ha poco di veramente olandese, come Londra ha poco di britannico, New York di americano e bla bla bla.
    Personalmente preferisco questa cultura poco basata sullo ‘showing off’…..e sono contento che Settimio Benedusi non sia andato a Den Haag iscrivendosi all’AIRE.

    • Barbara
      1 Ottobre 2013 at 15:18

      Si infatti, quello che mi piace è proprio il loro atteggiamento concreto e lo stile quasi scarno. Ne avevo bisogno 🙂 Ma vediamoci dai, un caffè due chiacchiere?

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