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What’s your name?
4 Agosto 2010|Tecnica

What’s your name?

What’s your name?

Non ne faccio mistero: io uso pc. Imprecate quanto volete ma il fatto di avere in casa un tecnico informatico mi permette di avere computer personalizzati dalle massime performance e minimi costi. Inoltre acquisto i pezzi da assemblare direttamente dai grossisti quindi il prezzo di un ottimo strumento risulta la metà di un equivalente mac. Voi che fareste? Ma non è di questo che voglio parlare (anche se so che prima o poi dovrò passare a mac, se non altro per non dover più discutere con tutti quelli che mi stressano la vita…). L’argomento di oggi è l’archiviazione fotografica e i nomi dei file fotografici. Accennavo a pc perchè circa dieci anni fa, quando iniziavo a fare scansioni di negativi per poterli elaborare in Photoshop e a scattare i primi file digitali, avevo dei problemi di numerazione. Il sistema Windows (parlo quindi di ciò che conosco) aveva due grosse pecche: manteneva un rispettoso ordine numerico (quindi se in una stessa sessione avevi file con munerazione a cavallo del 9999 e 0000 non manteneva l’ordine di acquisizione) e non permetteva di copiare nella stessa cartella file con lo stesso numero (succedeva se nella stessa sessione lavorativa si facevano più di 10.000 foto, con evidenti duplicati di numero). Ora il sistema è migliorato e con Lightroom non ci sono più problemi di ordine, però in quel periodo ho avuto diverse disavventure così mi sono decisa a trovare un sistema di archiviazione che mi permettesse di non aver più nessun probelma. Di base ho applicato lo stesso sistema che avevano alla Magnum (che credo sia usato tutt’ora): rinominare ogni singolo file con un numero univoco che mi permettesse di riconoscerlo a distanza di anni senza grossi sforzi. La formula magica risulta in questo modo: 10.25.d.115.

Andiamo con ordine: due numeri iniziali che indicano l’anno di scatto (quindi 2010 diventerà 10; si presuppone che un fotografo non abbia una carriera così lunga da aver problemi di “doppiare” la cifra iniziale), un punto che separa, poi altri due numeri che indicano in sequenza il numero di storia o di servizio realizzato in quell’anno; si parte dallo 01 ogni primo servizio dell’anno e si arriva all’infinito (nell’esempio è 25). Altro punto che separa, poi una sigla che indica il supporto originale della foto. BW= black and white, C= color negative, CS= color slide, D= digital. Altro punto che separa ed infine un numero sequenziale formato da tre o quattro cifre (in base alla vostra media di scatti) che indica il singolo scatto, esempio dallo 001 al 999. Quindi in uno stesso servizio avremo duecento foto con codice uguale tranne che negli ultimi tre numeri; all’interno dell’anno avremo numerazioni che variano di storia e all’interno dell’archivio della vita avremo il primo codice che indica il percorso temporale. Il codice di supporto ormai è fisso su D per me ma non si sa mai. Uso questo sistema da talmente tanto che anche i miei negativi sono archiviati così.

Quindi se trovate in giro delle mie foto con questo strano codice, ora sapete perchè. Un suggerimento in più per chi lavora in un team di più persone: ogni fotografo può aggiungere all’inizio una sigla che identifichi il proprio nome e cognome, nel mio caso sarebbe BZ, così da distinguere le foto di un MG o RL per esempio.

So cosa state pensando…. che se dovete cercare la foto col tramonto fatta in Spagna in vacanza qualche anno fa, che anno era? boh…, come fate se ci sono solo numeri? E magari è un file raw che Windows non visualizza? Niente paura. Due sistemi utili insieme a seconda dell’uso delle foto. Se siete fotografi commerciali, difficilmente vi sarà data l’oppotunità di vendere una stessa foto a due clienti diversi. Il primo che l’ha commissionata vi farebbe la pelle. Quindi generalmente se dovete fare ricerca in archivio è perchè il cliente ha perso una foto o ne vuole una versione un pò ritoccata. In questo caso basta archiviare i lavori in cartelle con i nomi dei singoli servizi, all’interno di cartelle con i nomi dei clienti. Io personalmente poi li divido in raw, jpg, tif e psd. A parte mi tengo una lista di numeri con relativa descrizione di servizio, nel caso il cliente avesse dei dubbi su date etc. Quindi il percorso completo sarà: Cliente01/servizio15/raw/10.25.d.115.cr2

Se invece non siete fotografi commerciali e scattate solo foto di vacanze, o ad uso microstock, il sistema migliore è di archiviarle facendo prima un bel lavoro di inserimento di parole chiave e tag. Anche qui Lightroom diventa amico. In questo modo si possono ritrovare tutte le foto per argomento, tipo “tramonto”, “grandangolo” o qualsiasi altra parola. Abbinando questi sistemi potrete evitare nomi di file come “foto_tramonto_spagna_sole_mare_barca_definitiva_ok” o schifezze del genere. Nel momento dell’esigenza rinomino anch’io piccole quantità di foto con nomi diversi dal codice sopra descritto, la cosa fondamentale è che il processo parta dai file raw, come prima cosa. Poi le altre versioni tif o jpg avranno lo stesso numero ma estensione diversa, altrimenti il rischio è di trovarsi i raw col numero di file macchina, i tif  col codice e i jpg…??? Allora è il caos totale. Il fine è di ottenere un ordine prestabilito del tipo 10.25.d.115.cr2, 10.25.d.115.tif, 10.25.d.115.jpg.

All’inizio sembra laborioso ma basta entrare nell’ottica e poi la funzionalità diventa evidente.

6 comments
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6 comments

  • 4 Agosto 2010 at 12:24

    Un applauso a Barbara! Ci ha svelato il terzo mistero di fatima! 🙂
    Davvero un’ottimo metodo, lo voglio iniziare ad usare anch’io appena ne ho occasione. Penso che a breve prendo spunto da questo tuo post per fare un tutorial su come rinominare i file tutti insieme in maniera sequenziale, altrimenti qualcuno può diventare pazzo a rinominare mille raw!! hahaha già me li vedo…!

    • Barbara
      4 Agosto 2010 at 12:35

      In effetti davo per scontato che il rinominare i file debba essere fatto con Lightroom, o Photoshop con una azione in batch, o con FastStone, insomma, un qualsiasi software che lo fa in automatico. Accidenti, non oso immaginare le maledizioni di uno che si mette li e li fa a mano… o_O

  • anto
    5 Agosto 2010 at 10:51

    grazie zonz, ottimo input, io che so’ casinista cerchero’ di adottarlo!!

    • Barbara
      5 Agosto 2010 at 11:53

      Ti aiuterà a mettere un pò di ordine… hehehehehe

  • 13 Agosto 2010 at 10:59

    LOL.
    Sei la mia gemella di archiviazione.

    Per rinominare in batch un modo rapidissimo e’ quello di usare bridge.

    • Barbara
      13 Agosto 2010 at 11:23

      In effetti Bridge lo sottovaluto sempre. Mi è andato un pò in antipatia perchè qualche versione fa era talmente lento ad aprirsi e funzionare che l’ho accantonato. Ma ho già un piccolo volumetto tutto su Bridge da leggere. Prometto che lo riabiliterò presto. Grazie Sara.

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